Disturbo dell'apprendimento
Tale problematica è il raccoglitore di varie difficoltà quali disturbi di lettura, scrittura, calcolo e si può parlare anche di disturbo specifico dell’apprendimento ma solo in assenza di altri fattori che potrebbero compromettere l’andamento scolastico quali:
fattori cognitivi e sensoriali.
Disturbo di lettura: (definita anche dislessia) viene valutato attraverso test specifici e riguarda la correttezza, la rapidità e la comprensione di quanto letto.
Spesso nel disturbo di lettura si ha di fronte un bambino con una lettura veloce ma non corretta e con scarsa comprensione oppure un bambino che legge molto lentamente rispetto all’età cronologica ma con una capacità di comprensione modesta.
A ciò si associano spesso anche difficoltà di tipo ortografico e di calcolo.
Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. Questi disturbi hanno un’origine multifattoriale, sia genetica che sociale, e spesso si accompagnano ad altre patologie quali depressioni, disturbi della condotta e disturbi dell’apprendimento. Le manifestazioni possono essere generalmente correlate con l’età del bambino. Nel periodo prescolare i sintomi riguardano principalmente l’iperattività che all’interno della casa risulta spesso essere disturbante, insieme a disturbi della regolazione, rendendo questi bambini incostanti e difficili da calmare. In età scolare il basso rendimento scolastico è il risultato più evidente della patologia di questi bambini. La facile distraibilità unita al continuo bisogno di “fare” non permettono al bambino di raggiungere dei buoni risultati. Solitamente uno dei criteri base è la seria compromissione scolastica e sociale. Spesso questi individui finiscono nell’età adulta col manifestare altri tipi di disturbi, principalmente disturbi della condotta e disturbi antisociale di personalità.
Quando in un bambino osserviamo manifestazioni di rabbia frequenti e di forte intensità, rivolte agli altri, quel bambino potrebbe avere difficoltà nel gestire questa emozione.
Si parla di disturbi “esternalizzanti”, ossia disturbi per cui i bambini imparano a dirigere verso l’esterno le loro emozioni critiche, sotto forma di condotte oppositive, impulsive, iperattive e di rabbia.
Questi disturbi possono portare ad un significativo peggioramento del funzionamento del bambino sotto diversi aspetti: scolastico, familiare e sociale.
Il disturbo “esternalizzante” nell’infanzia, può diventare un fattore di rischio per lo sviluppo di condotte antisociali in età adolescenziale e poi adulta.
Incluse nel gruppo dei “disturbi da comportamento dirompente” (o disturbi “esternalizzanti”) ci sono il “Disturbo Oppositivo-Provocatorio” o DOP (caratterizzato da condizioni che implicano problemi di autocontrollo delle proprie emozioni e dei comportamenti, prevalgono emozioni quali la rabbia e l’irritazione, unitamente a comportamenti di polemica e sfida ) ed il “Disturbo della Condotta” (c’è la sistematica e persistente violazione dei diritti dell’altro e delle norme sociali, con conseguenze molto gravi sul piano del funzionamento scolastico e sociale).
Per questi disturbi è importante lavorare su: la capacità di risolvere i problemi (problem solving), le abilità sociali, le abilità di coping (fronteggiamento), i role playing, l’educazione affettiva, il costo della risposta.