Caratteristiche generali
T.E.N.S.
Criteri generali di applicazione degli elettrodi
Si utilizzano elettrodi di superficie in gomma conduttiva al carbonio, in numero di due o quattro, collegati allo stimolatore tramite cavetti bipolari. Vengono applicati, previa pulizia cutanea con etere o altro solvente, interponendo tra elettrodo e cute della comune pasta elettroconduttrice, che, tuttavia, seppur raramente, può determinare fenomeni di intolleranza cutanea. Tali elettrodi sono fissati con cerotti anallergici in modo da garantire una perfetta aderenza alla cute, anche in caso di movimenti del paziente.
Gli elettrodi devono presentare alcune caratteristiche: essere di materiale ipoallergenico, essere resistenti all’alcol ed ai solventi medicali, essere di profilo sottile e di materiale flessibile, così da adattarsi alle diverse zone corporee, avere una bassa resistenza elettrica ed un basso costo, e la possibilità di un prolungato impiego nel tempo.
La superficie minima degli elettrodi deve essere sempre di almeno 4 cm2 al fine di evitare il pericolo di ustioni. Gli elettrodi comunemente impiegati hanno una superficie 3-4 volte superiore a quella minima.
Tecniche di applicazione
Gli elettrodi possono essere posizionati secondo tre tecniche di applicazione.
La tecnica trasversale consiste nel posizionare gli elettrodi in modo da comprendere fra di essi la zona algica.
La tecnica longitudinale consiste nel porre l’elettrodo prossimale lateralmente al processo spinoso corrispondente alla via afferente interessata, mentre quello distale viene posto in maniera tale che fra i due elettrodi sia compresa la sede riferita del dolore.
La tecnica in caso di punto trigger consiste nel porre un elettrodo sul punto doloroso e l’altro in una zona vicina o in altra parte del corpo (in tal caso deve avere grandi dimensioni, in modo da concentrare la corrente sul luogo del dolore).
Mentre la TENS convenzionale richiede che le sedi di sistemazione degli elettrodi siano correlate per vicinanza o segmentariamente alla sede del dolore, nella TENS a bassa frequenza (tipo elettroagopuntura) i punti di stimolazione non sono necessariamente segmentari o prossimi alla zona algica; in tale caso si possono utilizzare i punti motori che coincidono frequentemente con i trigger points ed i punti di agopuntura.
Variabili di stimolazione
Nella TENS classica occorre variare i parametri di stimolazione sin quando il paziente non percepisce una parestesia confortevole nella regione dolorosa, senza però che compaiano contrazioni muscolari. Si seleziona una frequenza (60Hz) ed una durata (100 microsecondi) e si comincia ad aumentare l’intensità finché il paziente avverte un lieve formicolio. A questo punto si modifica la frequenza sino ad ottenere il maggior formicolio con gli altri parametri immodificati. Il valore della frequenza così ottenuto è quello definitivo. Se lo stimolatore lo consente si passa a modificare la durata dell’impulso trovando il valore adeguato, in caso contrario o successivamente, a frequenza e durata fissata, si varia l’intensità fino a raggiungere il massimo valore tollerabile. È da tenere presente che durante la seduta la sensazione di parestesia può diminuire per l’assuefazione delle fibre nervose agli stimoli elettrici ripetuti. Per farla ricomparire è necessario aumentare l’intensità o variare la durata oppure la frequenza degli impulsi.
Quando invece viene eseguita una TENS tipo elettroagopuntura (a bassa frequenza) si seleziona la frequenza più bassa e la durata più lunga dell’impulso, aumentando l’intensità sino a provocare forti contrazioni muscolari ai limiti della tolleranza.
Indicazioni terapeutiche:
il dolore di grado lieve-moderato di origine post-traumatica, post-operatorio e articolare su base degenerativa; il dolore di origine vascolare, nella causalgia, nella nevralgia post erpetica, nella sindrome dell’arto fantasma doloroso e nelle radicoliti; il dolore di origine neoplastica (in associazione alla terapia farmacologia).
Controindicazioni:
pazienti portatori di pace-maker. Conviene evitare il trattamento della zona precordiale e la regione antero-laterale del collo.
Norme per il mantenimento e il corretto utilizzo degli elettrodi
Le spugnette che avvolgono gli elettrodi prima di essere utilizzate per la prima volta devono essere lavate.
Prima di ogni seduta di elettroterapia vanno inumidite con acqua di rubinetto calda (o almeno tiepida).
Dopo l’utilizzo è necessario lavarle con acqua corrente, metterle poi in acqua con disinfettante per 30’ e infine risciacquarle.
Vanno fatte asciugare collocandole in un luogo adeguatamente ventilato.
Se si utilizzano abitualmente sempre le stesse spugnette, è conveniente conservarle in acqua perché mantengano elasticità e capacità di assorbimento; l’acqua va rinnovata quotidianamente.
Le spugnette sono un prodotto di consumo a basso costo e pertanto si può essere “generosi” nel loro utilizzo. Spugnette logore, eccessivamente porose o di spessore insufficiente, aumentano il rischio di ustioni per la cute del paziente.
Periodicamente gli elettrodi grafitati vanno puliti (con prodotti adeguati) per evitare che la loro ossidazione o la formazione di calcare riduca il passaggio di corrente.
Periodicamente e con apposito tester va verificata la normale conducibilità degli elettrodi.
I cavetti degli elettrodi, quando non si utilizzano, vanno collocati in modo tale che non si rompano o si danneggino inavvertitamente.
Norme generali di sicurezza
Prima di accendere gli apparecchi per una seduta di elettroterapia è sempre opportuno azzerare i comandi regolatori dell’intensità di corrente. Lo stesso va fatto prima di staccare gli elettrodi dalla cute del paziente.
Verificare sempre che nella zona da trattare non ci siano lesioni cutanee (ferite, abrasioni) o zone di ipoestesia.
Controindicazioni assolute: presenza di un pace-maker, gravi disturbi cardiaci, presenza di mezzi di sintesi metallici (solo in caso di corrente continua), pregressi episodi di epilessia.